Dietro i sorrisi di una vittoria, sotto le medaglie conquistate con fatica, si nasconde un fenomeno allarmante che sta privando migliaia di adolescenti italiane di esperienze formative fondamentali: una ragazza su due abbandona lo sport tra i 13 e i 17 anni. Un dato che non rappresenta solo una statistica, ma una perdita di opportunità di crescita personale e sociale per un’intera generazione. Secondo la recente ricerca commissionata da Dove, il motivo principale di questo abbandono è legato a una scarsa fiducia nel proprio corpo, un tema che attraversa come un filo rosso l’adolescenza femminile contemporanea.

Il corpo sotto esame

Negli spogliatoi e sui campi sportivi si consuma un dramma silenzioso: il 49% delle ragazze che abbandonano lo sport ha subito critiche per il proprio aspetto fisico, ritenuto più importante delle effettive capacità atletiche. In Italia, la situazione non è migliore: il 42% delle giovani si è sentita trattata come “oggetto” durante la pratica sportiva, un’esperienza che mina profondamente l’autostima in una fase già delicata dello sviluppo.

Camminando lungo i corridoi delle palestre scolastiche si percepisce un disagio palpabile, amplificato da un dettaglio apparentemente banale ma profondamente significativo: per più di una ragazza su due, l’abbigliamento sportivo è fonte di imbarazzo. Divise spesso pensate più per l’estetica che per la praticità, che espongono eccessivamente il corpo in un momento in cui le giovani stanno ancora imparando ad accettare i cambiamenti fisici dell’adolescenza.

La sorellanza mancata

Ciò che sorprende è la provenienza delle critiche. Non sono solo i ragazzi a puntare il dito, ma nel 22% dei casi sono proprio le coetanee a giudicare negativamente altre ragazze, evidenziando una preoccupante assenza di solidarietà femminile. Questo dato rivela quanto profondamente siano radicati gli stereotipi di bellezza anche tra le giovani generazioni, creando un circolo vizioso di insicurezza e competizione lontano dallo spirito collaborativo che dovrebbe caratterizzare l’ambiente sportivo.

Gli adulti: costruttori o demolitori di fiducia?

In questo scenario complesso, emerge con forza il ruolo decisivo degli adulti. Nel 70% dei casi, allenatori e insegnanti sono determinanti nella scelta delle ragazze di continuare o abbandonare lo sport. Una responsabilità enorme che può trasformarsi in risorsa o in ostacolo: otto ragazze su dieci affermano che un coach è stato il motivo per cui si sono sentite più sicure, ma allo stesso tempo, nel 66% dei casi, queste stesse figure sono state capaci di scoraggiarle.

Proprio riconoscendo questo potenziale trasformativo, Dove ha lanciato il programma “Body Confident Sport”, pensato per fornire agli allenatori strumenti concreti per creare ambienti inclusivi, dove le giovani possano concentrarsi sui valori positivi dello sport anziché sulle insicurezze legate al proprio corpo.

La disparità invisibile

Quando una ragazza decide di abbandonare lo sport, nel 73% dei casi la sua scelta viene accettata senza particolari tentativi di dissuasione. Un atteggiamento radicalmente diverso rispetto a quanto accade con i ragazzi, che nel 29% dei casi vengono incoraggiati a ripensarci. Questa disparità di trattamento rivela quanto lo sport sia ancora percepito, inconsciamente, come un ambito più maschile che femminile, nonostante i progressi degli ultimi anni.

La resilienza come risposta

In questo panorama complesso, emergono figure che rappresentano modelli positivi di come la fiducia in sé stessi possa superare i pregiudizi. La tennista Jasmine Paolini, ambassador dell’iniziativa Dove, incarna questa resilienza: “Ho subito forti critiche per non essere abbastanza alta o per non avere il fisico adatto”, racconta, “ma ho cercato di non perdere la fiducia in me stessa seguendo la mia passione per lo sport”.

Una testimonianza potente che dimostra come, oltre gli stereotipi e le insicurezze, lo sport possa ancora essere un terreno di crescita, espressione e libertà. La sfida, per educatori e società, è trasformare ogni palestra in uno spazio dove l’attenzione si sposti dall’aspetto fisico alle infinite possibilità del movimento, dalle critiche al sostegno reciproco, dall’abbandono alla perseveranza.