Nel panorama della mixology contemporanea, alcuni cocktail nascono per caso, altri da intuizioni geniali. L’Illegal appartiene alla seconda categoria, rappresentando uno dei più interessanti esempi di come un barman possa trasformare una semplice richiesta di un cliente in una creazione che finisce per conquistare il mondo. Questo drink, entrato ufficialmente nella lista IBA (International Bartenders Association) nel 2020, è molto più di una semplice miscela: è la testimonianza di come la creatività italiana abbia saputo reinterpretare i classici della tradizione cocktail con una modernità sorprendente.
La genesi di una leggenda
La storia dell’Illegal affonda le radici nella fine degli anni ’90, quando Samuele Ambrosi, all’epoca giovane barman di un albergo in provincia di Treviso, si trovò di fronte a una sfida che avrebbe cambiato per sempre il suo percorso professionale. Un cliente abituale, stanco delle solite proposte, chiese qualcosa di diverso, qualcosa che potesse sorprenderlo.
Ambrosi, con l’intuito che contraddistingue i grandi bartender, decise di partire da una base solida: il Daiquiri. Ma invece di limitarsi a variazioni timide, operò una trasformazione radicale, sostituendo il rum tradizionale con una combinazione audace. Il cocktail inizialmente prevedeva tequila, falernum e un tocco di Wray and Nephew, creando un equilibrio completamente nuovo tra dolcezza, acidità e forza alcolica.
Il nome “Illegal” non fu casuale: sarebbe stato ispirato dalla natura trasgressiva di questa creazione, che osava sfidare le convenzioni stabilite della mixology classica. Era un drink che infrangeva le regole, proprio come suggeriva il suo nome provocatorio.
L’evoluzione verso la perfezione
La ricetta originale subì nel tempo un’evoluzione significativa. Ambrosi definì la ricetta ufficiale del cocktail Illegal, sostituendo il Rum di melassa con il Rum giamaicano e il Mezcal al posto del Tequila. Questa modifica non fu soltanto un cambio di ingredienti, ma una vera e propria rivoluzione organolettica che trasformò completamente il carattere del drink.
Il mezcal, con le sue note affumicate e la sua personalità selvaggia, portò una complessità aromatica completamente nuova. Il rum giamaicano overproof, con la sua potenza e i suoi sentori fruttati intensi, creò un contrappunto perfetto. Il Falernum, liquore speziato delle Barbados, aggiunse quella dolcezza esotica che legò tutti gli elementi, mentre il Maraschino introdusse una nota di ciliegia che smorzò l’aggressività degli spiriti più forti.
La ricetta classica
Ingredienti:
- 3 cl di Mezcal
- 2 cl di Rum overproof (giamaicano)
- 1.5 cl di Falernum
- 1.5 cl di Maraschino
- 2.5 cl di succo di lime fresco
Preparazione: Versare tutti gli ingredienti nello shaker. Agitare vigorosamente con ghiaccio. Filtrare in un bicchiere da cocktail ghiacciato, oppure servire “on the rocks” in una tradizionale tazza di terracotta.
La tecnica di preparazione è fondamentale: l’agitazione deve essere energica per amalgamare perfettamente spirits così diversi tra loro. Il risultato finale deve presentare un equilibrio perfetto tra le note affumicate del mezcal, la potenza del rum, la dolcezza speziata del falernum e l’eleganza del maraschino, il tutto bilanciato dall’acidità vivace del lime.
Il riconoscimento internazionale
L’ingresso dell’Illegal nella lista IBA del 2020 rappresentò un momento storico per la mixology italiana. Dal 2020, il cocktail Illegal è a tutti gli effetti un cocktail IBA, entrando a far parte di quella ristretta cerchia di drink riconosciuti ufficialmente a livello mondiale. Questo riconoscimento non arrivò per caso: l’Illegal aveva già conquistato bartender e appassionati in tutto il mondo, dimostrando quella versatilità e quella complessità che caratterizzano i grandi classici.
La sua inclusione nella categoria “New Era Drinks” testimonia come la mixology contemporanea abbia saputo rinnovarsi, accogliendo creazioni che osano sperimentare con spirit meno convenzionali come il mezcal, ancora relativamente nuovo nel panorama della cocktail culture internazionale.
Abbinamenti gastronomici
L’Illegal si presta magnificamente ad abbinamenti gastronomici sofisticati. La sua complessità aromatica lo rende perfetto come aperitivo in accompagnamento a tapas speziate, formaggi stagionati o salumi dal sapore intenso. Le note affumicate del mezcal creano un ponte ideale con preparazioni alla griglia, dal pesce ai tacos di carne.
Per quanto riguarda la cucina italiana, l’Illegal si sposa perfettamente con antipasti mediterrranei: olive ascolane, bruschette con pomodoro e basilico, o una selezione di formaggi pecorini. La sua acidità bilancia grassi e sapidità, mentre la complessità aromatica non sopraffà i sapori delicati.
Come digestivo, l’Illegal accompagna egregiamente dolci al cioccolato fondente, dessert alle spezie come il tiramisù al caffè, o frutti esotici. La sua versatilità lo rende adatto anche ai momenti di contemplazione, quando si desidera un drink che stimoli la conversazione e la riflessione.
L’Illegal rappresenta l’essenza della mixology moderna: rispetto per la tradizione, coraggio nell’innovazione e ricerca dell’equilibrio perfetto. Un cocktail che, partendo da un piccolo albergo del Veneto, è riuscito a conquistare il mondo intero, dimostrando che la creatività italiana sa sempre trovare la strada per distinguersi.

Direttore editoriale di No#News Magazine.
Viaggiatore iperattivo, tenta sempre di confondersi con la popolazione indigena.
Amante della lettura, legge un po’ di tutto. Dai cupi autori russi, passando per i libertini francesi, attraverso i pessimisti tedeschi, per arrivare ai sofferenti per amore, inglesi. Tra gli scrittori moderni tra i preferiti spiccano Roddy Doyle, Nick Hornby e Francesco Muzzopappa.
Melomane vecchio stampo: è chiamato il fondamentalista del Loggione. Ama il dramma verdiano così come le atmosfere oniriche di Wagner. L’opera preferita tuttavia rimane la Tosca.