Il Negroni si erge come simbolo indiscusso dell’arte miscelata italiana, conquistando palati raffinati in tutto il mondo con la sua equilibrata complessità. Questo cocktail dall’inconfondibile colore rubino rappresenta l’essenza stessa dell’aperitivo all’italiana: un’armonia perfetta tra dolcezza e amarezza che risveglia i sensi e prepara al piacere della tavola. Secondo il “2025 The Cocktail Report” stilato annualmente dalla prestigiosa rivista Drinks International, il Negroni è giudicato il miglior cocktail al mondo per il quarto anno consecutivo, confermando la sua posizione di prestigio nel panorama della mixology internazionale.
Le origini fiorentine di una leggenda
La genesi del Negroni affonda le radici nella Firenze aristocratica dei primi del Novecento, tra i salotti eleganti e i caffè storici del centro città. Fu tra il 1917 e il 1920 che questa bevanda tanto discussa nacque a Firenze, presso il Caffè Casoni in via de’ Tornabuoni (in seguito diventato il Caffè Giacosa), quando il conte Camillo Negroni chiese al barman Fosco Scarselli di “irrobustire” il suo Americano con alcune gocce di gin.
Il protagonista di questa storia è Camillo Negroni, aristocratico fiorentino dal carattere deciso e dai gusti raffinati, che frequentava assiduamente il prestigioso locale del centro storico. La sua richiesta al bartender Fosco Scarselli nacque dal desiderio di rendere più corposo e caratteristico il suo abituale Americano, sostituendo l’acqua di seltz con il gin. Camillo indicò al suo bartender di fiducia, la bottiglia del gin. Voleva “rafforzare” il grado alcolico del cocktail, senza alterarne il colore.
È così che nasce il Negroni, nei piccoli bicchieri dell’epoca a forma di campanella: la ricetta originale era a base di Vermuth con uno schizzo di Campari, quel tanto di gin che gli desse la forza e uno spruzzo di selz, utile a mescolare tutti gli ingredienti e a far sprigionare il profumo. Questa intuizione geniale trasformò un semplice cocktail in un’icona senza tempo, che da Firenze si diffuse rapidamente in tutta Italia e poi nel mondo.
La ricetta classica: semplicità e perfezione
Il fascino del Negroni risiede nella sua disarmante semplicità: soli tre ingredienti in parti uguali che danno vita a un equilibrio gustativo straordinario. La ricetta tradizionale, rimasta invariata nel corso di oltre un secolo, richiede:
Ingredienti:
- 30 ml di Gin London Dry
- 30 ml di Vermouth rosso dolce
- 30 ml di Campari
- Scorza d’arancia per la decorazione
- Ghiaccio a cubetti
Preparazione: Versare tutti gli ingredienti in un bicchiere old fashioned riempito di ghiaccio. Mescolare delicatamente con un bar spoon per amalgamare i sapori senza eccessiva diluizione. Completare con una generosa scorza d’arancia espressa sopra il drink per rilasciare gli oli essenziali, quindi adagiarla nel bicchiere come decorazione finale.
La tecnica di miscelazione è fondamentale: il movimento deve essere fluido e controllato, permettendo agli ingredienti di fondersi armoniosamente senza compromettere la struttura del cocktail. La temperatura di servizio, mantenuta costante dal ghiaccio, esalta le caratteristiche organolettiche di ogni componente.
Abbinamenti gastronomici: l’arte dell’accostamento
Il Negroni esprime la sua versatilità gastronomica attraverso abbinamenti che spaziano dall’aperitivo tradizionale agli accostamenti più audaci della cucina contemporanea. La sua struttura complessa, caratterizzata da note dolci, amare e aromatiche, lo rende compagno ideale di diverse tipologie culinarie.
Per l’aperitivo classico, il Negroni trova la sua espressione più autentica accanto ai formaggi stagionati. Per un aperitivo dalle origini toscane, abbinate il Negroni, creato a Firenze, a del Pecorino Toscano. In alternativa, accostatelo a qualsiasi altro pecorino stagionato o a del Parmigiano. La sapidità e la consistenza di questi formaggi contrastano magnificamente con l’amarezza del Campari e la botanica del gin.
Si tratta di un drink secco, dalla struttura complessa, con note dolci e un retrogusto amaro, che funziona molto bene con i cibi grassi come formaggi stagionati, olive, gorgonzola e pere. Questa caratteristica lo rende perfetto anche con salumi pregiati, olive ascolane e piccole focacce rustiche che assorbono e bilanciano la componente alcolica.
Nel campo degli abbinamenti marini, il Negroni sorprende per la sua capacità di esaltare i sapori iodati. Negroni con alici rappresenta un accostamento estivo audace ma equilibrato, dove la sapidità del pesce si sposa con le note botaniche del cocktail. Crudi di ricciola, baccalà mantecato e tartine con salmone affumicato trovano nel Negroni un compagno di classe.
La tradizione toscana suggerisce abbinamenti con la cucina regionale: crostini di fegatini, ribollita servita tiepida nei mesi più freschi, e bistecca alla fiorentina per i palati più audaci. L’intensità del cocktail non teme il confronto con sapori decisi e strutturati, anzi li esalta creando sinergie gustative memorabili.

Direttore editoriale di No#News Magazine.
Viaggiatore iperattivo, tenta sempre di confondersi con la popolazione indigena.
Amante della lettura, legge un po’ di tutto. Dai cupi autori russi, passando per i libertini francesi, attraverso i pessimisti tedeschi, per arrivare ai sofferenti per amore, inglesi. Tra gli scrittori moderni tra i preferiti spiccano Roddy Doyle, Nick Hornby e Francesco Muzzopappa.
Melomane vecchio stampo: è chiamato il fondamentalista del Loggione. Ama il dramma verdiano così come le atmosfere oniriche di Wagner. L’opera preferita tuttavia rimane la Tosca.