Il Fico Bianco del Cilento è un tesoro gastronomico che affonda le sue radici nella storia millenaria della Campania. Già noto ai Greci e ai Romani, questo frutto ha attraversato i secoli mantenendo intatto il suo fascino e il suo sapore unico. La sua coltivazione nel Cilento, area costiera e montuosa della provincia di Salerno, risale a tempi immemorabili, con testimonianze che si perdono nell’antichità. I contadini cilentani hanno tramandato di generazione in generazione le tecniche di coltivazione e lavorazione di questo fico, preservando un patrimonio di biodiversità e tradizione culinaria che oggi rappresenta un’eccellenza del territorio campano.
Un gioiello bianco dal cuore dolce
Il Fico Bianco del Cilento si distingue per le sue caratteristiche uniche. Il frutto si presenta di medie dimensioni, con una forma tondeggiante leggermente schiacciata. La buccia, di un colore verde chiaro che vira al giallo paglierino con la maturazione, è sottile e delicata. La polpa, di un bianco avorio, è ricca di piccoli semi e ha una consistenza morbida e succosa. Il sapore è un’esplosione di dolcezza, con note mielate e un retrogusto leggermente acidulo che lo rende perfettamente bilanciato. La sua unicità risiede non solo nel gusto, ma anche nella capacità di conservarsi naturalmente grazie all’alto contenuto di zuccheri.
Dal campo alla tavola
La produzione del Fico Bianco del Cilento segue un disciplinare rigoroso che ne garantisce la qualità e l’autenticità. La raccolta avviene manualmente tra agosto e settembre, quando i frutti raggiungono la perfetta maturazione. I fichi vengono selezionati con cura, scegliendo solo quelli integri e di prima qualità. Il processo di essiccazione, che può avvenire al sole o in forni dedicati, è una fase cruciale che concentra gli zuccheri e intensifica il sapore. Una volta essiccati, i fichi possono essere conservati interi o lavorati secondo le diverse tradizioni locali.
Un prodotto tutelato
Il valore di questo frutto è stato riconosciuto a livello europeo con l’attribuzione della Denominazione di Origine Protetta (DOP) nel 2006. Questo marchio di qualità garantisce che tutte le fasi di produzione, dalla coltivazione alla trasformazione, avvengano nell’area geografica del Cilento, secondo metodi tradizionali e nel rispetto di rigidi standard qualitativi. La DOP ha contribuito a valorizzare questo prodotto, proteggendolo da imitazioni e promuovendolo sui mercati nazionali e internazionali.
Versatilità in vucina: dal fresco al secco
Il Fico Bianco del Cilento si presta a molteplici usi in cucina. Fresco, è un frutto delizioso da gustare al naturale o in insalate estive. Ma è nella sua versione essiccata che questo fico esprime al meglio la sua versatilità. I fichi secchi sono perfetti come snack energetico, ideali per arricchire dessert, pani dolci e biscotti. Una preparazione tradizionale è quella “sotto spirito”, dove i fichi vengono conservati in alcol, spesso aromatizzato con erbe locali, creando un liquore-dessert apprezzato come fine pasto.
“Mbuttunato”: una tradizione cilentana
Tra le preparazioni più caratteristiche spicca il “fico mbuttunato” o “mbuttaunato”, un vero capolavoro della pasticceria contadina cilentana. Questa specialità prevede che i fichi secchi vengano farciti con mandorle, noci, scorza d’arancia e talvolta cioccolato, per poi essere ricoperti di cioccolato fuso o glassa. Il risultato è un boccone di pura golosità, dove la dolcezza del fico si sposa perfettamente con la croccantezza della frutta secca e l’aroma degli agrumi. I “mbuttunati” sono tradizionalmente preparati per le festività natalizie, ma la loro bontà li ha resi un dolce apprezzato tutto l’anno.
Abbinamenti: dai Formaggi ai vini
Il Fico Bianco del Cilento, sia fresco che secco, si presta a numerosi abbinamenti gastronomici. Con i formaggi, crea un connubio perfetto: la sua dolcezza contrasta magnificamente con la sapidità di un Provolone del Monaco o la cremosità di un Pecorino di Bagnoli. Nei piatti salati, può essere utilizzato per arricchire insalate, carni arrosto o selvaggina. Per quanto riguarda i vini, si sposa egregiamente con passiti locali come l’Eleusi di Paestum o il Vin Santo di Tramonti. Per un abbinamento più audace, si può provare con un Marsala Superiore o un Porto Tawny, le cui note di frutta secca esaltano la dolcezza del fico.
Il Fico Bianco del Cilento rappresenta non solo un’eccellenza gastronomica, ma anche un pezzo di storia e cultura del territorio campano. La sua versatilità in cucina, unita al suo profondo legame con la tradizione, lo rende un ingrediente prezioso sia per gli chef creativi che per gli amanti della cucina autentica. Questo piccolo frutto bianco racchiude in sé il sapore del sole, del mare e delle montagne del Cilento, offrendo un’esperienza gustativa unica che continua a incantare palati in tutto il mondo.

Direttore editoriale di No#News Magazine.
Viaggiatore iperattivo, tenta sempre di confondersi con la popolazione indigena.
Amante della lettura, legge un po’ di tutto. Dai cupi autori russi, passando per i libertini francesi, attraverso i pessimisti tedeschi, per arrivare ai sofferenti per amore, inglesi. Tra gli scrittori moderni tra i preferiti spiccano Roddy Doyle, Nick Hornby e Francesco Muzzopappa.
Melomane vecchio stampo: è chiamato il fondamentalista del Loggione. Ama il dramma verdiano così come le atmosfere oniriche di Wagner. L’opera preferita tuttavia rimane la Tosca.