Un nuovo studio condotto da International Workplace Group (IWG) ha rivelato una chiara correlazione tra l’adozione di politiche di lavoro ibrido e il miglioramento del benessere dei dipendenti.

 La ricerca, condotta dal più grande fornitore al mondo di soluzioni di lavoro ibrido con marchi come Spaces e Regus, ha esaminato l’impatto del lavoro ibrido sulla salute mentale e fisica di mille lavoratori ibridi.

Quattro lavoratori su cinque (80%) hanno affermato che il proprio benessere generale è significativamente migliorato grazie alla maggiore flessibilità offerta dal lavoro ibrido. L’ampia diffusione del lavoro ibrido a livello globale ha visto sempre più lavoratori dividere il proprio tempo tra ufficio, spazi di lavoro flessibili locali e la propria abitazione. Ciò ha ridotto drasticamente il tempo impiegato per gli spostamenti tra casa e ufficio, permettendo ai lavoratori di concentrarsi maggiormente sul proprio benessere.

Il 68% degli intervistati ha dichiarato che la propria salute fisica è migliorata grazie al lavoro ibrido, con benefici che includono la possibilità di fare più esercizio fisico (54%) e di dedicare tempo alla preparazione di pasti più salutari (58%). I lavoratori ibridi si sono sentiti anche più riposati (80%) grazie al miglioramento della qualità del sonno e a ritmi di sonno più regolari (68%).

Questo studio conferma ulteriormente i risultati di una precedente ricerca di IWG** dal quale era emerso che, oggi, un lavoratore ibrido medio dedica all’esercizio fisico 4,7 ore a settimana, rispetto alle 3,4 ore del periodo precedente alla pandemia, e dorme 71 ore in più all’anno, ovvero quasi 6 ore in più al mese.

Oltre ai benefici per la salute che derivano dal lavoro ibrido, molte aziende stanno mettendo a disposizione programmi e incentivi per incoraggiare i dipendenti a svolgere attività fisica: il 17% dei lavoratori dichiara di poter usufruire di abbonamenti scontati in palestra offerti dall’azienda, mentre il 28% ha accesso a programmi di bike-to-work.

La maggiore flessibilità in termini di orari, luoghi e modalità di lavoro ha portato a un significativo miglioramento del work-life balance per quasi nove lavoratori su dieci (86%). Inoltre, tre quarti dei lavoratori (78%) hanno riscontrato una riduzione generale dello stress. Questi fattori hanno contribuito a creare una forza lavoro più felice e in salute, con quattro lavoratori su cinque (81%) che segnalano un miglioramento della propria salute mentale da quando sono passati al modello ibrido.

I dipendenti non sono gli unici a notare i numerosi benefici del lavoro ibrido per il benessere, anche gli HR leader ne riconoscono l’impatto positivo: secondo il report HR Leaders and Hybrid Working pubblicato da IWG nel maggio 2024, l’86% degli HR leader considera il modello ibrido come uno dei benefit più richiesti dai propri dipendenti. Quasi la stessa percentuale (85%) lo ritiene uno strumento efficace per la fidelizzazione del personale***. Gli HR leader sono altrettanto positivi riguardo ai benefici del lavoro ibrido in generale, l’88% di loro afferma infatti che il modello è vantaggioso per la salute mentale dei dipendenti.

Dato l’impatto estremamente positivo del lavoro ibrido sulla salute mentale e fisica dei lavoratori, non sorprende che tre quarti di essi (76%) abbiano affermato che il ritorno in ufficio cinque giorni a settimana influirebbe negativamente sul loro benessere.

Lo studio suggerisce inoltre che ciò potrebbe avere un impatto sulla produttività aziendale. Il 74% dei lavoratori ha dichiarato di essere più produttivo quando lavora in modo ibrido e altrettanti (76%) hanno riferito di sentirsi più motivati. L’85% dei dipendenti ha inoltre affermato che il lavoro ibrido ha effettivamente migliorato la loro soddisfazione lavorativa.

Risultati che sono confermati anche dagli HR leader, quattro su cinque (86%) affermano infatti che il lavoro ibrido è oggi uno dei benefit più richiesti e che aumenta la produttività dei dipendenti (85%).

Ciò riflette i risultati della ricerca condotta all’inizio di quest’anno dalla Banca d’Inghilterra, dalla Stanford University, dal King’s College di Londra e dall’Università di Nottingham, guidata dal celebre economista e accademico Nick Bloom. La ricerca ha rilevato che, per ogni giorno in cui un dipendente lavora in modo ibrido, la produttività dell’azienda aumenta di circa 19 mila dollari.