I Massive Attack apriranno la stagione estiva del Parco della Musica Milano con un concerto il 18 giugno, segnando un momento storico per la nuova venue di Segrate.
La formazione di Bristol, che ha rivoluzionato la musica elettronica negli anni Novanta, torna nella capitale lombarda per regalare ai fan italiani un’esperienza sonora senza precedenti.
La formazione ha gettato le basi del trip hop con Blue Lines (1991), un album che ha cambiato per sempre il panorama musicale contemporaneo. Quella che iniziò come una sperimentazione nelle strade di Bristol si è trasformata in una delle correnti più influenti della musica moderna, capace di fondere soul, reggae, dub ed elettronica in atmosfere magnetiche e coinvolgenti.
Dalle strade di Bristol alla conquista del mondo
La storia dei Massive Attack inizia negli anni Ottanta, quando Robert Del Naja (3D) e Grant Marshall (Daddy G) iniziarono a muovere i primi passi nel fermento musicale di Bristol. La città inglese era un crogiolo di contaminazioni dove reggae, soul, new wave, hip hop ed elettronica si mescolavano in maniera spontanea, creando terreno fertile per innovazioni sonore rivoluzionarie.
Il collettivo Wild Bunch rappresentava l’epicentro di questa scena underground. Era qui che i futuri membri dei Massive Attack affinarono la loro capacità di mixare generi apparentemente incompatibili, creando quello che sarebbe diventato il loro marchio di fabbrica: beat ipnotici, atmosfere cupe e melodie che si insinuano nell’anima dell’ascoltatore.
La svolta arrivò quando Andrew Vowles, meglio conosciuto come Mushroom, si unì al duo, completando la formazione originale. Insieme iniziarono a sviluppare un sound che andava oltre le convenzioni dell’epoca, incorporando elementi di dub reggae giamaicano, soul americano e le nascenti sonorità dell’hip hop.
Blue Lines: la genesi di un nuovo genere musicale
Their debut album, Blue Lines, is generally considered to be the first album of the genre, anche se il termine trip hop non sarebbe stato coniato fino al 1994. Pubblicato nel 1991, Blue Lines rappresenta un manifesto artistico che ha ridefinito i confini della musica popolare.
L’album nacque da sessioni di registrazione che si protrassero per mesi, durante le quali la band sperimentò con campionamenti innovativi e collaborazioni inaspettate. Horace Andy, leggenda del reggae giamaicano, prestò la sua voce eterea a brani come “One Love”, mentre Shara Nelson contribuì con interpretazioni che oscillavano tra vulnerabilità e forza espressiva.
“Unfinished Sympathy”, il brano più celebre dell’album, è diventato un inno generazionale. La sua combinazione di archi orchestrali, beat rallentati e la voce soul di Shara Nelson ha creato un template che innumerevoli artisti hanno tentato di replicare senza mai eguagliare l’impatto dell’originale. In 1999, Unfinished Sympathy was voted the 10th miglior brano di tutti i tempi da diverse pubblicazioni musicali.
L’evoluzione artistica: da Protection a Mezzanine
Dopo il successo travolgente di Blue Lines, i Massive Attack si trovarono di fronte alla sfida di confermare il loro talento senza tradire la propria visione artistica. Protection (1994) rappresentò una naturale evoluzione del loro sound, introducendo elementi più sperimentali e collaborazioni che ampliavano ulteriormente il loro orizzonte creativo.
L’album vide la partecipazione di Tracey Thorn degli Everything But The Girl, che prestò la sua voce cristallina al brano title track, e di Tricky, che all’epoca faceva ancora parte dell’universo Massive Attack prima di intraprendere la sua carriera solista. Questa capacità di attrarre e valorizzare talenti diversi è sempre stata una caratteristica distintiva del gruppo.
Mezzanine (1998) segnò un punto di svolta verso sonorità più scure e industriali. L’album, registrato in un periodo di tensioni interne che portarono all’abbandono di Mushroom, presenta un sound più aggressivo e claustrofobico. Brani come “Teardrop” e “Angel” esplorano territori emotivi profondi, mentre “Inertia Creeps” introduce elementi rock che anticipano alcune delle evoluzioni future del gruppo.
Collaborazioni leggendarie e aneddoti di studio
La storia dei Massive Attack è costellata di collaborazioni memorabili che hanno arricchito il loro catalogo. L’incontro con Madonna per il remix di “I Want You” rappresentò uno dei momenti più surreali della loro carriera. La pop star americana era rimasta affascinata dal loro approccio alla produzione e volle lavorare con loro per reinterpretare uno dei suoi brani più introspettivi.
Un aneddoto particolarmente significativo riguarda le sessioni di registrazione di “Teardrop”. Elizabeth Fraser delle Cocteau Twins inizialmente era riluttante a collaborare, temendo che la sua voce eterea non si sposasse con il sound industriale che i Massive Attack stavano sviluppando. Tuttavia, una volta in studio, la magia operò immediatamente. La sua interpretazione trasformò quello che doveva essere un esperimento in uno dei brani più iconici della band.
Durante la lavorazione di Mezzanine, Robert Del Naja attraversò un periodo di profonda introspezione artistica. Influenzato dalle opere di Francis Bacon e dalla street art che stava emergendo a Bristol, iniziò a concepire la musica come pittura sonora. Questa filosofia si riflette nella copertina dell’album, un’opera dello stesso Del Naja che rappresenta visivamente la densità emotiva contenuta nei solchi.
L’impatto culturale e l’eredità artistica
L’influenza dei Massive Attack va ben oltre la musica. Il loro approccio multidisciplinare ha ridefinito il concetto di band, trasformandola in un collettivo artistico capace di spaziare dalla produzione musicale alle arti visive. I loro video musicali, spesso diretti da registi visionari come Michel Gondry e Walter Stern, sono diventati riferimenti estetici per un’intera generazione.
Il trip hop, genere di cui sono considerati i padri fondatori, ha influenzato artisti di ogni latitudine. Da Portishead a DJ Shadow, da Moby ai Thom Yorke dei Radiohead, il DNA dei Massive Attack è riconoscibile in molte delle proposte più innovative degli ultimi trent’anni.
La loro capacità di reinventarsi continuamente senza mai tradire la propria identità artistica rappresenta un caso studio per l’industria musicale. Ogni loro album ha aperto nuove strade espressive, mantenendo sempre quella tensione emotiva che caratterizza il loro sound fin dagli esordi.
Il concerto di Milano: un evento imperdibile
I Massive Attack tornano in Italia con due appuntamenti per l’estate 2025, con Milano che rappresenta una tappa fondamentale del loro tour europeo. Il Parco della Musica di Segrate si prepara ad accogliere una delle performance più attese dell’anno, in quello che promette di essere un evento memorabile per tutti gli appassionati di musica elettronica.
“Il nostro nuovo spettacolo dal vivo rappresenta il salto più ambizioso che abbiamo mai fatto”, hanno dichiarato i membri della band, lasciando intendere che il pubblico milanese assisterà a qualcosa di completamente nuovo. Le loro esibizioni dal vivo sono sempre state esperienze totalizzanti, dove musica, luci e visual si fondono in un’unica narrazione artistica.
La probabile scaletta del concerto milanese.
- In My Mind
- Risingson
- Girl I Love You
- Future Proof
- Black Milk
- Gone
- Minipoppa
- Voodoo in My Blood
- Song to the Siren
- Inertia Creeps
- ROckwrok
- Angel
- Safe From Harm
- Unfinished Sympathy
- Karmacoma
- Teardrop
- Levels
- Group Four
Il concerto del 18 giugno rappresenta non solo un ritorno in grande stile, ma anche l’occasione per celebrare oltre tre decenni di innovazione musicale. I fan potranno aspettarsi un viaggio attraverso la loro discografia, dai classici di Blue Lines alle sperimentazioni più recenti, il tutto presentato con quella maestria scenica che ha reso i Massive Attack una delle live band più rispettate al mondo.
Per chi ha vissuto la rivoluzione trip hop degli anni Novanta, questo concerto rappresenta un pellegrinaggio emotivo. Per le nuove generazioni, sarà l’opportunità di scoprire dal vivo la potenza espressiva di una musica che continua a influenzare artisti e ascoltatori in tutto il mondo.