Il 30 luglio 2025, il Parco della Musica di Milano a Segrate si trasformerà in un portale temporale che riporterà gli spettatori ai fasti dell’alternative rock degli anni Novanta. I The Smashing Pumpkins, band simbolo dell’alternative rock statunitense guidata da Billy Corgan, chiuderanno la rassegna estiva con uno show che promette di spaziare dagli esordi grunge agli album più sperimentali.

La location non poteva essere più azzeccata: situato a circa 600 metri dal capolinea della metropolitana M4 a Linate, il Parco della Musica rappresenta un nuovo tempio della musica dal vivo, facilmente raggiungibile e dotato di due palchi e vari punti di ristoro. Un ambiente perfetto per ospitare una delle band più controverse e visionarie del panorama rock mondiale.

Chicago, 1987: quando nacque il mostro a sei corde

La storia degli Smashing Pumpkins inizia nel 1987 in una Chicago fredda e industriale, dove l’incontro tra Billy Corgan e James Iha forma l’embrione di quello che diventerà uno dei progetti più ambiziosi della musica alternativa. Corgan, reduce dal fallimento dei The Marked – un gruppo metal gotico formato in Florida dopo aver lasciato casa a soli 18 anni – torna nella Windy City con una fame artistica che lo divorava dall’interno.

Iha, studente di Arti Grafiche alla Loyola University di Chicago e chitarrista degli Snaketrain, rappresentava il perfetto contraltare alla personalità esplosiva di Corgan. Il nome della band nasce da un’intuizione quasi dadaista, ispirandosi alle specialità comiche di uno dei più famosi artisti americani dell’epoca, trasformando un riferimento apparentemente innocuo in un marchio che avrebbe definito un’intera generazione.

La formazione si completa con l’arrivo del bassista D’arcy Wretzky e del batterista Jimmy Chamberlin, creando una alchimia musicale destinata a rivoluzionare il concetto stesso di rock alternativo. Non era solo una band: era un manifesto contro la mediocrità, un grido di ribellione che avrebbe echeggiato dalle metropoli americane fino ai club underground di tutto il mondo.

Il suono dell’incomprensione: tra genio e follia

Billy Corgan non ha mai nascosto la sua convinzione che gli Smashing Pumpkins siano “una delle band più incomprese della storia del rock”. Questa affermazione, pronunciata di recente durante un’apparizione al podcast di Joe Rogan, racchiude decenni di frustrazione artistica e incomprensioni critiche.

La voce di Billy Corgan rimane uno degli elementi più distintivi e divisivi della band. Sempre in bilico tra falsetto e lamento, tende a spingere sull’enfasi, risultando più affettata che realmente espressiva per alcuni critici, mentre per altri rappresenta un marchio riconoscibile inconfondibile. Questa dualità interpretativa ha accompagnato l’intera carriera del gruppo, dividendo pubblico e critica in fazioni opposte.

Con testi tormentati che parlano di “un mondo-vampiro”, i Pumpkins hanno venduto milioni di copie sintetizzando un sound tipico dell’intero decennio Novanta, a metà strada tra hardcore e pop. La loro capacità di metamorfosi sonora ha attraversato decadi di cambiamenti musicali, passando dall’alternative rock più puro alle sperimentazioni elettroniche più ardite.

Il percorso discografico inizia nel 1990 con il singolo “I Am One” pubblicato dalla Limited Potential di Chicago, per poi passare alla Sub-Pop di Seattle con “Tristessa” nel 1991, anno in cui firmano con la Caroline Records e debuttano con l’album “Gish”. Ogni tappa rappresentava una evoluzione non solo musicale ma anche esistenziale, con Corgan che trasformava le sue nevrosi personali in capolavori di tensione artistica.

L’era della rinascita: reunion, metamorfosi e nuove visioni

Dopo l’esperienza solista con “TheFutureEmbrace”, Corgan decide di riportare in vita i The Smashing Pumpkins nel 2006, entrando in studio per registrare “Zeitgeist”, uscito il 10 luglio 2007. Questa resurrezione artistica non coinvolge tutti i membri originali: Corgan e Chamberlin sono gli unici a prendere parte alla reunion, lasciando fuori James Iha e Melissa Auf der Maur.

La decisione di continuare con una formazione ridotta dimostra la determinazione di Corgan nel mantenere viva la fiamma creativa del progetto, anche a costo di rinunciare alla nostalgia della formazione classica. Questa scelta, inizialmente controversa, si è rivelata vincente nel lungo periodo, permettendo alla band di esplorare territori sonori inediti senza rimanere prigioniera del proprio passato.

Parallelamente ai progetti con i Pumpkins, Corgan ha continuato la sua carriera da solista, rilasciando nel 2017 “Ogilala” e nel 2019 “Cotillions”, dimostrando una versatilità artistica che va ben oltre i confini del rock alternativo. La sua vita privata ha trovato nuovi equilibri: è diventato padre di Augustus Juppiter (2015) e di Philomena Clementine (2018), avuti dalla compagna Chloe Mendel.

Il fenomeno dell’incomprensione: quando l’arte supera la critica

“Da ragazzo mi consideravano brutto, come se fosse un problema per la mia carriera”, ha confessato Corgan in una delle sue interviste più intime. Questa confessione rivela non solo la vulnerabilità dell’artista ma anche la superficialità di un’industria musicale spesso più interessata all’immagine che al contenuto artistico.

Il frontman ha recentemente dichiarato: “Sono qui perché sono un freak, e non cambierò per nulla al mondo”. Questa affermazione racchiude l’essenza stessa del progetto Smashing Pumpkins: la ricerca dell’autenticità in un mondo che premia l’omologazione, la voglia di rimanere fedeli alla propria visione artistica nonostante le pressioni commerciali.

Di recente, Corgan ha formato una nuova band chiamata “the Machines of God”, che revisiterà brani degli Smashing Pumpkins tratti da “Mellon Collie and the Infinite Sadness”, “Machina” e “Aghori Mhori Mei” in speciali show in piccoli teatri. Questo progetto parallelo dimostra come l’artista continui a reinventare il proprio repertorio, offrendo ai fan prospettive inedite su composizioni già conosciute.

L’attesa per il concerto: tra passato e futuro

Il concerto del 30 luglio a Segrate rappresenta molto più di un semplice show: è un pellegrinaggio musicale per una generazione cresciuta con i riff ipnotici di “Today”, l’intensità drammatica di “Tonight, Tonight” e la malinconia esistenziale di “1979”. La scaletta promette di spaziare dagli esordi grunge agli album più sperimentali, offrendo un viaggio temporale attraverso oltre tre decadi di evoluzione artistica.

I fan potranno aspettarsi non solo i classici intramontabili ma anche le reinterpretazioni più recenti, in un equilibrio perfetto tra nostalgia e innovazione. La band ha dimostrato negli ultimi anni una capacità di reinvenzione costante, mantenendo intatta la propria identità sonora pur esplorando nuove direzioni creative.

Con biglietti disponibili a partire da 80,50 euro e uno spettacolo previsto dalle 21:30 alle 23:30, l’evento si configura come uno degli appuntamenti imperdibili dell’estate musicale italiana. La location moderna del Parco della Musica di Milano offrirà l’acustica perfetta per apprezzare ogni sfumatura della complessa architettura sonora dei Pumpkins.

L’appuntamento di Segrate non è solo un concerto: è la celebrazione di un’eredità artistica che ha influenzato generazioni di musicisti e che continua a ispirare nuovi talenti. In un’epoca dominata dai format brevi e dalla musica usa e getta, i The Smashing Pumpkins rappresentano la resistenza dell’arte vera, quella che lascia il segno e attraversa il tempo senza perdere la propria forza evocativa.

Di seguito la probabile scaletta della serata.

  1. The Everlasting Gaze
  2. Doomsday Clock
  3. Zoo Station
  4. Today
  5. That Which Animates the Spirit
  6. Tonight, Tonight
  7. Beguiled
  8. Ava Adore
  9. Disarm
  10. Landslide
  11. Shine On, Harvest Moon
  12. Mayonaise
  13. Bullet With Butterfly Wings
  14. Empires
  15. Perfect
  16. Sighommi
  17. 1979
  18. Jellybelly
  19. Gossamer
  20. Cherub Rock
  21. Zero