Sono cresciuta in un paese in provincia di Ravenna che si chiama Alfonsine e questa, nel momento in cui ho pensato di scrivere un libro che avesse fra le sue figure centrali Alfonsina Strada, mi è sembrata una divertente coincidenza.
Uno spazio e un tempo sospesi in cui c’eravamo solo io, la bicicletta e la città: non avrei potuto chiedere di meglio.
Io non ho mai dovuto conquistare la bicicletta: è stata lei a conquistare me.
È, piuttosto, una storia di azioni di rottura, attraverso le quali alcune donne riescono a farsi strada fra divieti e stereotipi per colti
Alessandra Maffi è nota per aver non solo sfidato, ma anche sonoramente battuto, e più volte, i suoi colleghi uomini.
Solo molti anni dopo si verranno a sapere alcune verità sul suo viaggio, per esempio nessuna che alle origini non ci sarebbe stata nessuna scommessa, ma solo la sua volontà di dimostrare che un’impresa simile, per una donna, è più che possibile.
Chi di chilometri in bicicletta ne ha sicuramente macinati tanti è Alfonsina Strada, l’eroina del ciclismo che, con la sua caparbietà, ha aperto una breccia nel monopolio maschile e tracciato un sentiero prezioso per le generazioni a venire.
In un giorno particolare come la festa della donna, quale libro migliore se non questo di #manuelamellini che ci racconta non solo i cenni storici della bicicletta ma l’importanza che ha avuto nel corso della storia il suo utilizzo. Mezzo economico, facile da imparare, a costo zero, ha permesso a moltissime donne di raggiungere la libertà che, forse, mai avrebbero potuto avere. Ancora oggi, in alcune parti del mondo, la bicicletta è il mezzo che moltissimi usano per spostarsi da un luogo all’altro senza la necessità di dover spendere denaro che magari non hanno.
Manuela ci farà conoscere le vicende di alcune donne che grazie alla bicicletta hanno portato a termine delle imprese spettacolari.
Oggi è quasi impossibile il solo pensare ciò che in passato si diceva dell’uso della bicicletta da parte della donna. Ma in fondo, il concetto comune era che la donna usando la bicicletta sarebbe stata “libera”. Addirittura i medici sostenevano che l’uso della bicicletta avrebbe portato sterilità nella donna.
Dalla regina Victoria, alla regina Margherita, passando per Sarah Bernhardt, Lina Cavalieri, e molte altre ragazze e donne nate in contesti meno abbienti, scopriremo che oltre al divertimento faranno della bici il loro mezzo per guadagnarsi da vivere, per assaporare la libertà e l’indipendenza, per stabilire record.
E, ricordiamoci sempre non solo nel giorno della donna quanto sono state utili le partigiane in bicicletta durante la seconda guerra mondiale.
Dalle parole di Paola Gianotti: Nelle pagine di questo libro c’è l’essenza del connubio donna e biciletta. Quella donna che con la bici ritrova se stessa, sfida i propri limiti, lotta per i suoi ideali, trova l’indipendenza e la libertà.
La strada si conquista. Donne, biciclette e rivoluzioni
di Manuela Mellini
Capovolte edizioni (159 pag.)
