John Wayne annuì più volte e si strinse bene addosso lo scialle. “Capisco” disse pensieroso. “Non si tratta soltanto d’inquietudine.
Stette a lungo lassù. Mentre guardava la valle, Joseph sentì invadersi le vene da un caldo fluido d’amore. “È terra mia” disse semplicemente, e i suoi occhi brillarono di lacrime e il cervello gli si empì di meraviglia all’idea che gli appartenesse.
Il desiderio del suo sguardo divenne rapacità mentre guardava in basso la lunga valle verde. La sua fame di possesso si fece passione.
Joseph fu stupito un momento. “Credo di comprendere quello che intendi, Juanito, ma avrai bisogno di denaro per bere un bicchiere quando vai in città. E avrai bisogno di danaro per una ragazza, di tanto in tanto.”
Thomas comprendeva gli animali, ma non capiva gli esseri umani e non se ne fidava molto. Aveva poco da dire agli uomini.
“Dopo tutto” disse incerto “si deve aver qualcosa a cui sentirsi legati, qualcosa che si può esser sicuri di ritrovare al mattino.”
Ci sono cose che non si possono guardare alla luce della ragione, ma sono così come sono.
Sentiva che il momento voleva un segno, un gesto che gli desse un significato. Un atto qualsiasi doveva congiungerlo con l’attimo fuggente, se non voleva ch’esso svanisse, senza portar via nulla di lui.
Joseph ed Elisabeth erano impacciati, seduti spalla contro spalla, e guardavano davanti a sé la strada bruciata pareva che sentissero di giocare a un gioco pericoloso.
“Abbiamo trovato, ognuno di noi, qualcosa. In certo modo ci siamo per un momento avvicinati alla terra”. Provava un piacere forte e profondo, insistente come le corde basse, e cominciava a sentir sorgere in sé una strana fede.
Non c’era alcun suono, là, se non il bisbiglio degli alberi, e la radura era tutta chiusa, ciò che rendeva impenetrabile e più profondo il silenzio.
Era un vento solitario, che correva veloce radendo il suolo, con forza uguale e quasi senza suono. Questa valle mi rinchiude in trappola, ho la sensazione che non ne potrò mai fuggire e che non sentirò mai più le onde. … Mentre fissava lo sguardo nello stagno, tutta la giornata gli passò dinanzi, non come una giornata, ma come un’epoca.
C’è un proverbio in questo paese, l’ho imparato molto tempo fa: “In annata di siccità tutti i segni mentono.”
Ritornò alla sua seggiola e sedette in ascolto del fragore delle acque. Pensò a Joseph Wayne e vide i pallidi occhi che soffrivano del bisogno della terra. “Quell’uomo dev’essere molto felice”.
Joseph abbandona la casa natia per andare a coltivare la terra che lo Stato ha messo in vendita nell’Ovest del paese, lo fa solo dopo che finalmente il padre gli ha dato l’agognata benedizione. Alla morte di quest’ultimo, avvenuta qualche mese dopo la sua partenza, lo raggiungono i suoi tre fratelli: Thomas, Burton e Benjamin.
La caratteristica principale di Joseph è la simbiosi con la terra, è come se la sentisse respirare, parlare, ripone molta fiducia di quanto la Verde Vallata potrà offrirgli.
Thomas ha un rapporto molto particolare con gli animali, riesce ad avvicinare e addomesticare ogni specie, ma non riesce a entrare in contatto con gli esseri umani, ne diffida.
Burton è il fratello che a meno a che fare con la natura mentre la sua peculiarità è la fede
E poi c’è Benjamin, il buono della famiglia, quello che non farebbe mai del male a nessuno tranne a sé stesso.
I primi anni nella vallata sono di prosperità, le piogge arrivano nella stagione giusta, tanto abbondanti da riempire il fiume, i ruscelli, far crescere l’erba, dissetare gli alberi e il bestiame.
Joseph, però sa, perché glielo hanno detto e ripetuto più volte gli abitanti del luogo, che un giorno di punto in bianco le nuvole si fermeranno a ridosso della scogliera, quasi fosse che l’oceano sia geloso di quella prospera e verde vallata.
Un libro forte, vibrante e potente come la terra durante l’autunno, quando si piantano i semi, amorevolmente la terra li accoglie e l’acqua li annaffia affinché germoglino per poi farli crescere durante la primavera e mietere durante l’estate.
Un libro che sin dalle prime pagine trasmette un senso di inquietezza come quando il cielo improvvisamente si tinge di nero prossimo a un violento temporale.
Al Dio sconosciuto
di John Steinbeck
Bompiani
traduzione di Eugenio Montale