Le mostre di arte contemporanea, concettualmente, sono ostiche alla maggior parte delle persone.
Trovarsi davanti a un taglio su un muro, a una macchia su una tela o a una scultura articolata dove il visitatore cerca il punto di vista dell’autore per coglierne l’essenza è una sfida che non tutti si sentono di cogliere.
Cambiando l’approccio, non volendo analizzare l’opera esclusivamente secondo parametri estetici classici ma lasciando che l’opera susciti emozioni nel nostro io più profondo l’arte contemporanea diventa un viaggio all’interno di noi stessi.
Così è successo a molti visitando la mostra di Anish Kapoor presso la Galleria dell’Accademia e Palazzo Manfrin. Due sedi prestigiose per una mostra curata dallo storico dell’arte Taco Dibbits, Direttore del Rijksmuseum di Amsterdam.
Anish Kapoor potrebbe essere definito uno dei più grandi artisti viventi contemporanei. Nato a Bombay si trasferisce negli anni ’70 in Inghilterra per studiare presso la scuola d’arte. Lungo il percorso scolastico scopre Marcel Duchamp e le sue macchine celibi e concepisce l’idea che tutto può essere arte, all’artista lo scopo di reinterpretarlo.
Con Paul Neàgul scopre Arte povera degli anni ’60 e le installazioni.
Una vita artistica che lo vede protagonista indiscusso della manipolazione percettiva di chi osserva e svela, nelle stanze veneziane, un lato sinistro… a tinte forti.
Il viaggio attraverso le sue installazioni e performance pone il visitatore in una condizione di essere spettatore di scenari apocalittici che portano, senza grandi difficoltà, a riflettere sugli eventi di violenza passati e presenti.

E poi a grandi meraviglie dove l’occhio a malapena percepisce un rigonfiamento che visto di lato lascia stupore e incredulità.
Le opere si susseguono e anche i tumulti dell’animo. Il visitatore si ferma a riflettere sulla vita e la morte, le gioie e i dolori propri e del genere umano.
E poi si entra in una percezione “altra” in cui l’animo torna bambino e lo stupore provato dall’illusione ottica travolge e fa sì che l’interrogativo volga su cosa è vero e cosa non lo è.
Sul vero in quanto percepito ma evolve come evolve l’esistenza.

Grazie a un nuovo materiale Vantablack capace di assorbire il 99,9% della luce. Un materiale che utilizzato su forme tridimensionali ne “assorbe” la profondità lasciando a primo impatto una forma bidimensionale. Dei buchi neri a portata di mano. Il nero assoluto. Con tutto quello che suscita nell’animo umano questo “non colore” porta il visitatore in una dimensione di gioco con l’opera d’arte, di stupore e incredulità. Che arricchisce e interroga su quello che si ha davanti e ci porta ad assumere un nuovo punto di vista per cogliere ogni aspetto della forma e del sentimento suscitato.
Il viaggio è costellato dalla presenza di un “oggetto non oggetto”. Oggetto in quanto specchi dati da acciaio lucidato permettono al visitatore di giocare con il proprio corpo avvicinandosi o allontanandosi da quelle che concettualmente sono opere d’arte ma sembrano specchi deformanti di un luna park di pregio. E si assiste alla visione del proprio essere e della realtà circostante distorti o semplicemente diversi. Ritrovarsi a contemplare la propria persona immersa in una dimensione dilatata, il soffitto sopra la testa o in una nebbia eterea che avvolge grazie a un passo che ci porta a pochi centimetri da quello che si potrebbe definire uno specchio.

Ma lo specchio nell’arte è un espediente usato per mostrare particolari nascosti, mettere in risalto chi o cosa non si vede, trasferire il punto di vista. Gli artisti nei secoli hanno dato grande valore e a questo oggetto e Kapoor ci regala una parte esperienziale unica in cui il visitatore diventa egli stesso un’opera d’arte.
Al termine del viaggio nelle e fra le opere di Kapoor il visitatore esce con grandi riflessioni sulla maestria dell’artista e sulla consapevolezza che cambiando il punto di vista si possono cogliere aspetti di noi e dell’altro (inteso anche come mondo circostante) che non ci si aspettava di scorgere.

Sono una persona curiosa a cui piace apparofondire i temi più disparati!
Dall’attualità ai motori, passando per lo sport e la tecnologia. Cibo e vino? Guai se mancano!