Per tutti noi che siamo cresciuti circondati da smartphone, personal computer e tablet è impensabile non utilizzare tutti gli strumenti di comunicazione disponibili: dai social come Facebook, Instagram, Snapchat, Tik Tok, con le relative funzioni di messaggistica; alle classiche chiamate, videochiamate e all’utilizzo di app messaggistica come Whatsapp.
Inoltre, si sono aggiunte con una funzione diversa, le app di incontro, che hanno lo scopo di farci conoscere nuove persone e di farci trovare l’amore, ma vengono anche utilizzate per ricercare appuntamenti di fast sex, il cui obiettivo è la sola soddisfazione carnale.
A causa della particolarità dell’epoca che stiamo vivendo e delle restrizioni alla nostra vita personale, per contenere la diffusione del famigerato Coronavirus, le app sono diventate uno strumento di sfogo personale dove esporre i propri pensieri, dove rifugiarsi o per cercare un contatto con altre persone. A causa dei lockdown, le nostre vite si sono fermate ed instaurare nuovi legami è diventato complicato, per questo le app di dating sono diventate un mezzo per non precludersi la possibilità di conoscere nuove persone o addirittura di trovare l’anima gemella.
Siti come Tinder, Badoo, Meetic, infatti, hanno registrato nell’ultimo anno un incremento delle iscrizioni e un aumento del numero di conversazioni fra gli utenti. Le persone quindi stanno provando ad approfondire di più la conoscenza in chat e a ricercare relazioni concrete, da trasportare dal mondo virtuale a quello fisico.
Nonostante questo bisogno di rapporti umani negli ultimi anni si è diffusa un’altra pratica, quella del Ghosting, che vuol dire letteralmente, diventare un fantasma. Questa pratica, prevede da parte di un individuo la scelta di scomparire improvvisamente da qualsiasi social, di non rispondere più a chiamate o messaggi, quindi di negarsi verso un’altra persona. Ciò normalmente avviene quando si interrompe un rapporto amoroso, ma spesso viene praticata anche nei confronti di un’amicizia o un di un rapporto nato proprio sui siti d’incontro.
Il Ghosting è considerata una tattica interpersonale passivo-aggressiva, in quanto implica una scelta unilaterale e il rifiuto di comunicare con l’altro, senza che esso abbia modo di ribattere. È una forma di abuso emotivo da parte di chi lo pratica, ma è anche una forma di autodifesa basata su una serie di risposte istintive e automatiche, per la conservazione di sé stessi.
Sparire in questo caso, può essere visto come una scelta presa per non sentirsi cattivi, per annullare una relazione in maniera “magica”, come se essa non fosse mai esistita, è un modo per evitare di assumersi le proprie responsabilità e di affrontare il proprio dolore e quello altrui; per tentare quindi di fuggire dalle emozioni negative che una rottura comporta e per la paura di dover affrontare la rabbia, la delusione e la sofferenza di chi viene lasciato.
Chi subisce una sparizione rimane profondamente ferito, si sente sbagliato, in difetto e privato della possibilità di discutere e di affrontare in modo maturo ciò che sta accadendo.
Spesso viene praticato dopo una sparizione, lo Zombieing, ovvero, il fatto di ritornare all’improvviso, proprio come uno zombie, dopo un periodo di silenzio, dopo aver riflettuto e aver deciso di tornare sui propri passi. Questo ripensamento da parte di chi aveva consapevolmente deciso di attuare la modalità di Ghosting, porterà confusione e incertezza, in chi è costretto a subire tutto ciò passivamente.
Le tecnologie ci permettono di connetterci facilmente con gli altri, di creare nuovi legami, ma allo stesso tempo ci hanno trasformato in individui che, scelgono di interrompere un rapporto umano con la stessa facilità con la quale spengono un televisore.