“Brutto”, “Tragico”, “Orribile”, “Sfortunato”, sono solo un piccolo numero di parole tra quelle usate per definire questo 2020. Certo, come si potrebbe dire il contrario tra incendi che distruggono flora e fauna di un quarto della Terra, il rischio tangibile dello scoppio della terza guerra mondiale e, “dulcis in fundo”, un virus che causa una pandemia senza precedenti e mette il mondo intero in ginocchio?
Non si può e, di conseguenza, ci si è ritrovati tristi, scoraggiati e un po’ più soli con il Natale e le feste più attese dell’anno alle porte. Ma no, non si può essere solo negativi, il nero che ha tinto questo anno di cose brutte, di lutti e di malumori non è un colore che si addice al rosso amore e verde speranza del Natale e restituire un po’ di magia a un evento così importante è quasi un dovere verso il prossimo e verso sé stessi.
Come fare? Semplice: la bellezza e la bontà sono la risposta. Fortunatamente, nel profondo oceano di notizie terribili in cui tutti si sentono annegare, bravi sommozzatori hanno portato a galla delle ostriche con dentro perle preziose, preziosissime: le buone notizie.
Sembra impossibile, eppure, nel mondo sono accadute cose belle anche durante questo funesto anno e hanno riguardato tutti i settori, da quello ambientale a quello sociale. Mentre tutto era fermo, immobile, la natura si riappropriava dello spazio: scoiattoli e lepri nei parchi cittadini, uccelli cinguettanti in volo e, addirittura, specie sull’orlo dell’estinzione tornano a ripopolare luoghi che avevano abbandonato a causa del turismo eccessivo e del riscaldamento globale. Ad esempio, in Tunisia sono state avvistate le tartarughe marine dopo più di cinquant’anni; i lupi grigi del Colorado sono tornati a promuovere la biodiversità e anche una specie importantissima per l’ecosistema, quella delle api, sta iniziando a far crescere le sue colonie come è successo al nido posto sulla cattedrale di Notre Dame nel 2013, rimanendo in ottima salute ancora oggi nonostante il disastroso incendio del 2019.
Un’altra perla che contribuisce a rendere meno buio l’anno che sta per finire riguarda sì l’ambiente ma, a sorpresa, anche il contributo dell’uomo nei suoi confronti. Secondo un rapporto dell’International Energy Agency, la crescita dell’utilizzo dell’energia rinnovabile è ai suoi massimi storici con il quasi 90% degli impianti elettrici globali che funziona grazie a fonti rinnovabili come quella eolica e fotovoltaica, segnando quello che potrebbe essere definito l’inizio della “green revolution”.
Ma non è finita qui: il 2020 è stato segnato anche da grandi conquiste, prima tra tutte quella del divieto delle mutilazioni genitali femminili in Sudan. Finalmente, è stata approvata una legge che punisce questa pratica con la reclusione e lo fa in un Paese in cui l’80% della popolazione femminile ne è vittima. Un piccolo passo verso il miglioramento del futuro delle donne di tutto il mondo, in perfetta linea con il sentimento di speranza che, da sempre, caratterizza il Natale.
A fianco del mondo femminile, anche la comunità LGBTQ ha potuto, seppur in minima parte, gioire in questo tremendo 2020 grazie alla legalizzazione delle unioni tra persone dello stesso sesso in diversi Stati del mondo quali, ad esempio, l’Irlanda, la Thailandia e la Croazia. Non solo, un primo messaggio di apertura a riguardo è arrivato, con grande stupore, e perché no anche senso di rivoluzione, addirittura dal Papa. Egli ha dichiarato che anche gli omosessuali sono figli di Dio e hanno diritto ad una famiglia, suggerendo il bisogno di una legge che li tuteli.
Ed ecco, da ultimo ma sicuramente non per importanza, forse la più bella notizia dell’anno; quella che riecheggerà per molto, moltissimo tempo; quella che può alleggerire le pene di questi 300 e più giorni di chiusure, canti sui balconi, preghiere, allentamenti e nuove restrizioni: la creazione del vaccino contro il Coronavirus. La luce in fondo al tunnel che questo farmaco rappresenta è luminosa quasi quanto la stella che più di duemila anni fa guidò i Re Magi alla stalla di Gesù Bambino la notte di Natale e, credenze religiose a parte, può essere considerata un miracolo: quello compiuto dalla scienza, dalla ricerca e dalla medicina.
In sostanza, come di consueto, la fine dell’anno è il momento dei resoconti e dei bilanci e se da un lato è vero che il piatto delle cose da non voler rivivere e gli errori da non ripetere è pieno fino all’orlo e forse un po’ di più, dall’altro lato, il piatto delle cose belle, da non dimenticare e per cui vale la pena guardare con un sorriso di speranza all’anno che verrà non è vuoto ma con impegno e umanità potrebbe, già da adesso, iniziare a strabordare con l’augurio di saper trovare il bene anche in ciò che sembra non ce lo possa dare.