Nel 2011, a Palermo, durante un laboratorio teatrale, si incontrano due anime inquiete destinate a rivoluzionare il panorama musicale italiano. Veronica Lucchesi, toscana dalla voce magnetica e dall’energia travolgente, e Dario Mangiaracina, siciliano dalle mani d’oro sulla chitarra, non sapevano ancora che quella sintonia artistica li avrebbe portati a essere uno dei fenomeni più originali della scena indie italiana.
La loro storia inizia con la curiosità reciproca, quella scintilla creativa che nasce quando due linguaggi diversi si fondono in una lingua comune. Veronica, con il suo background teatrale e la passione per le percussioni, porta nel duo una dimensione performativa unica. Dario, polistrumentista versatile, costruisce intorno alla voce della compagna architetture sonore che spaziano dal folk più intimo all’elettronica più sperimentale.
La nascita di un nome, la creazione di un mondo
La Rappresentante di Lista non è solo un nome, è una dichiarazione di intenti. Dietro questa denominazione apparentemente burocratica si nasconde l’ironia tipicamente italiana, quella capacità di trasformare l’ordinario in straordinario. Il duo ha sempre rifiutato di spiegare nel dettaglio l’origine del nome, lasciando che fosse la musica a parlare, creando un alone di mistero che li ha accompagnati sin dagli esordi.
La carriera ufficiale inizia nel 2014 con l’album “(Per La) Via di Casa”, un esordio che presenta sonorità folkloristiche e territoriali. Già in questo primo lavoro emerge la peculiarità del duo: all’interno del disco sono presenti anche ben due canzoni in tedesco, a testimonianza di una visione artistica senza confini geografici né linguistici.
L’evoluzione artistica di una band irripetibile
Negli anni successivi, La Rappresentante di Lista ha dimostrato una capacità camaleonica di reinventarsi mantenendo sempre una propria identità riconoscibile. La loro musica diventa un laboratorio sperimentale dove folk, pop, elettronica e world music si fondono in un cocktail sonoro inebriante. Veronica e Dario non si accontentano mai, spingono costantemente i confini della loro creatività, trasformando ogni brano in un piccolo universo narrativo.
La svolta arriva con il secondo album, che consolida la loro reputazione di innovatori. I live diventano eventi totali, spettacoli dove la musica si fonde con la teatralità, dove ogni canzone diventa un racconto, ogni racconto un’esperienza emotiva per il pubblico. La componente performativa di Veronica emerge in tutta la sua potenza: non si limita a cantare, interpreta, vive ogni parola come se fosse l’ultima.
Il palcoscenico dell’Ariston e la consacrazione nazionale
Il 2020 porta per loro l’occasione più grande: dopo aver fatto il debutto sul palco dell’Ariston come ospiti di Rancore, vengono annunciati tra i protagonisti del cast di Sanremo 2021. Non è solo una partecipazione, è una rivoluzione gentile portata sul palco più importante della televisione italiana.
Al Festival di Sanremo 2021, La Rappresentante di Lista si presenta con “Amare”, un brano che racchiude tutta la loro filosofia artistica: l’amore come forza trasformatrice, la musica come veicolo di cambiamento sociale. Nella classifica finale del Festival si posizionano undicesimi, ma il loro impatto va ben oltre la posizione in graduatoria. Portano sul palco dell’Ariston una estetica queer mai vista prima in quel contesto, un messaggio di inclusività e accettazione che risuona ben oltre i confini della competizione canora.
La loro esibizione diventa virale sui social, non solo per la qualità musicale ma per il coraggio di essere autenticamente se stessi su un palcoscenico che troppo spesso premia la conformità. Veronica e Dario riescono nell’impresa di mantenere la propria identità artistica anche sotto i riflettori più spietati del panorama musicale italiano.
L’universo sonoro di una band senza tempo
La musica de La Rappresentante di Lista non si lascia ingabbiare in generi prestabiliti. È folk quando serve intimità, elettronica quando serve energia, pop quando serve comunicazione diretta. Questa fluidità stilistica riflette una visione del mondo libera da schemi precostituiti, una filosofia artistica che celebra la diversità come ricchezza.
I testi sono piccole opere letterarie, dense di riferimenti colti ma mai accademici, capaci di parlare tanto all’intelletto quanto allo stomaco. Veronica scrive con la penna di una poetessa e la sensibilità di una cronista sociale, raccontando l’Italia di oggi attraverso lo sguardo di chi non si accontenta delle apparenze.
Il 1º maggio 2019 il gruppo si esibisce al Concerto del Primo Maggio a Roma, dimostrando come la loro musica sappia parlare anche ai contesti più politicamente connotati senza perdere la propria autenticità. Non sono mai didascalici, non fanno propaganda, ma riescono a trasmettere valori attraverso la pura forza espressiva della loro arte.
Collaborazioni e contaminazioni creative
Il duo non vive in una bolla artistica, ma cerca costantemente il confronto con altri musicisti. Collaborano con Giovanni Truppi in “Conoscersi in una situazione di difficoltà” e con Dimartino nel singolo “Ci diamo un bacio”, dimostrando una capacità di dialogo artistico che arricchisce il loro bagaglio espressivo senza mai snaturare la loro identità.
Queste collaborazioni non sono mai casuali, ma nascono da affinità elettive, da riconoscimenti reciproci tra artisti che condividono una visione della musica come strumento di esplorazione più che di mero intrattenimento. Ogni featuring diventa un’occasione per sperimentare nuove sonorità, per contaminare linguaggi diversi in un gioco creativo che coinvolge tanto i musicisti quanto il pubblico.
Il teatro della musica: performance come arte totale
Il 24 settembre 2019 la band dà inizio ad “Anatomia Fantastica” al Mercurio Festival di Palermo, una performance incentrata sul tema del realismo magico di Alejandro Jodorowsky. Questo evento rappresenta perfettamente l’approccio del duo alla performance live: non semplici concerti, ma esperienze immersive che coinvolgono tutti i sensi dello spettatore.
La dimensione teatrale non è un’aggiunta decorativa alla loro musica, ma parte integrante del loro linguaggio artistico. Veronica, con il suo background teatrale, trasforma ogni esibizione in un racconto per immagini, dove gesti, costumi e scenografie dialogano con la musica creando un’esperienza estetica completa.
Verso Segrate: l’estate del trionfo
Il 17 luglio 2025, al Circolo Magnolia di Segrate, La Rappresentante di Lista porta il meglio del loro repertorio nell’ambito del LRDL Summer Tour 2025. Non sarà un semplice concerto, ma l’ennesima conferma di come questo duo riesca a trasformare ogni palcoscenico in un laboratorio di emozioni.
Il Circolo Magnolia, con la sua atmosfera intima e la sua acustica perfetta, rappresenta il setting ideale per apprezzare tutte le sfumature del loro sound. Qui, lontano dai grandi palchi televisivi, Veronica e Dario potranno dispiegare tutta la loro arte in un contesto che privilegia il contatto diretto con il pubblico, quella dimensione umana che è sempre stata al centro della loro filosofia artistica.
Il pubblico di Segrate avrà l’opportunità di assistere a uno spettacolo che racchiude oltre un decennio di evoluzione artistica, dalle sonorità folk degli esordi alle sperimentazioni elettroniche più recenti, dai brani più introspettivi agli inni collettivi che hanno conquistato il pubblico sanremese.
L’eredità di un fenomeno in continua evoluzione
La Rappresentante di Lista rappresenta molto più di una band: è un fenomeno culturale che ha contribuito a ridefinire i confini della musica italiana contemporanea. In un panorama spesso appiattito su formule commerciali consolidate, Veronica e Dario hanno dimostrato che è possibile essere originali senza essere incomprensibili, sperimentali senza essere elitari.
La loro musica parla alle nuove generazioni che cercano autenticità in un mondo di apparenze, che vogliono artisti capaci di emozionare senza scendere a compromessi. Il loro successo dimostra che il pubblico italiano è pronto per proposte artistiche innovative, purché portate con convinzione e sincerità.
Il concerto di Segrate si preannuncia come l’ennesima tappa di un viaggio artistico che non conosce destinazioni definitive, solo tappe di un’evoluzione continua che promette ancora molte sorprese.