Sotto il caldo sole primaverile della Spagna orientale, le strade di decine di città e villaggi si trasformano in campi di battaglia medievali. Tamburi che rullano in lontananza, il tintinnio delle armature, lo sventolio di bandiere colorate e l’odore di polvere da sparo nell’aria. Non siamo tornati indietro nel tempo, ma stiamo assistendo a una delle celebrazioni storiche più spettacolari d’Europa: i “Moros y Cristianos” (Mori e Cristiani), feste che commemorano le battaglie tra i musulmani nordafricani e i cristiani spagnoli durante la Reconquista della penisola iberica.
Queste rievocazioni, che si svolgono principalmente tra aprile e maggio nella Comunità Valenciana e in Andalusia, attirano migliaia di visitatori ogni anno. La più famosa si tiene ad Alcoy, nella provincia di Alicante, ed è considerata la più antica di tutta la Spagna, con una tradizione documentata risalente al 1511, anche se le radici della celebrazione affondano ancora più indietro nel tempo.
Il ruggito della storia nelle strade di Alcoy
Ad Alcoy, la festa inizia il 22 aprile con “L’Entrà”, una sfilata monumentale che dura oltre 12 ore. I partecipanti, divisi in “filaes” (compagnie), rappresentano le fazioni cristiane e musulmane con costumi elaborati che richiedono mesi di preparazione e possono costare migliaia di euro. Lo sfarzo delle uniformi moresche, con i loro turbanti, mantelli ricamati in oro e scimitarre ricurve, contrasta magnificamente con le austere armature argentate, elmi piumati e spade dei cristiani.
La musica è elemento fondamentale della celebrazione. Ogni filà sfila al ritmo delle proprie marce: quelle moresche caratterizzate da ritmi sincopati e melodie orientaleggianti con prevalenza di ottoni e percussioni; quelle cristiane più solenni e marziali. Questa colonna sonora accompagna i figuranti mentre avanzano per le vie cittadine tra due ali di folla entusiasta.
La battaglia per San Giorgio
Il secondo giorno è dedicato a San Giorgio, patrono di Alcoy. Secondo la leggenda, durante un attacco moresco alla città nel 1276, il santo apparve su un cavallo bianco e guidò i cristiani alla vittoria. La rievocazione di questo evento è il momento culminante della celebrazione: le truppe moresche conquistano simbolicamente il castello cittadino tra esplosioni di polvere da sparo, per poi perderlo il giorno successivo quando i cristiani contrattaccano.
Gli “arcabuceros” (archibugieri) creano un’atmosfera surreale scaricando i loro archibugi riempiti di polvere da sparo, generando un frastuono assordante e nuvole di fumo che avvolgono le strade. Questo “alardo” (battaglia simulata) rappresenta un momento di grande intensità emotiva per i partecipanti, molti dei quali attendono anni prima di poter ricoprire ruoli di prestigio nella rappresentazione.
Un mosaico di celebrazioni regionali
La festa di Moros y Cristianos non si limita ad Alcoy. Ogni città la interpreta con caratteristiche distintive. A Villajoyosa, nella stessa provincia, la battaglia si svolge sulla spiaggia, con un impressionante sbarco delle truppe moresche all’alba. A Ontinyent e Bocairent, nella provincia di Valencia, le sfilate si snodano tra strette vie medievali che amplificano suoni e colori.
In Andalusia, a Benamahoma nella provincia di Cadice, il festival assume connotati più teatrali, con rappresentazioni dialogate che raccontano storie di conquistatori e liberatori, di amori impossibili tra culture diverse, di tradimenti e riconciliazioni.
Oltre lo spettacolo: significato e controversie
Queste celebrazioni non sono semplici spettacoli turistici, ma rappresentano un profondo legame identitario con la storia locale. Molte famiglie partecipano da generazioni, tramandando costumi e tradizioni. La preparazione dura tutto l’anno, con riunioni delle filaes, prove musicali e artigiani al lavoro per creare o restaurare costumi e accessori.
Negli ultimi anni, alcune celebrazioni hanno avviato un processo di revisione critica di certi aspetti della rappresentazione, evitando stereotipi offensivi e cercando di riflettere con maggiore accuratezza storica la complessità delle relazioni tra culture cristiane e musulmane nella Spagna medievale, andando oltre la semplice dicotomia “buoni contro cattivi”.
Un’esperienza immersiva imperdibile
Assistere ai Moros y Cristianos significa immergersi in un vortice sensoriale dove storia, tradizione e spettacolo si fondono. Non si tratta solo di osservare: il pubblico diventa parte della celebrazione, trascinato dall’entusiasmo collettivo, dalla musica travolgente e dalla bellezza visiva delle parate.
Per il visitatore che cerca un’esperienza autentica della cultura spagnola, queste feste rappresentano un’opportunità straordinariamente ricca di scoprire come il passato continui a vivere nel presente, plasmando l’identità di intere comunità e offrendo uno spaccato affascinante di una Spagna dove tradizione e modernità coesistono in un equilibrio dinamico e coinvolgente.

Curioso per natura, vivo la vita come se non ci fosse un domani.